A CONVERSATION ON SIX – FESCH.TV

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The focus on the language of photography, materiality and graphics architecture led Rei Kawakubo to design “Six” magazine in the second half of the 1980s. A real cult object today, it is as hard to find in the book world as in public and private collections. Impossible to pigeonhole, conceived as an editorial experience midway between a concept magazine and a company catalog, the magazine, with a circulation of twenty-six thousand free copies, was intended for a targeted audience – the trade press and customers. Eight issues were published over the course of four years, from 1988 to 1991, at a time when fashion brands were increasing their experimentation in catalog, lookbook and invitation design.
Kawakubo experiments with a publication that, although aimed at a commercial interlocutor, displays the image of the brand rather than the product – indeed the clothes appear intermittently. In doing so, she communicates directly with her readers, who are invited into an irrational and enigmatic narrative in which it is the magazine itself, the sixth sense, that serves as a guide.
S. Marcadent, from Progetto Grafico n 35, 2019

L’attenzione al linguaggio fotografico, alla materialità e alle architetture grafiche conduce Rei Kawakubo nella seconda metà degli anni Ottanta a progettare una rivista, «Six», oggi vero e proprio oggetto di culto, difficilmente rintracciabile nel circuito librario e nelle collezioni pubbliche e private. Sfuggente a qualsiasi etichetta, concepita come un’esperienza editoriale a metà tra un concept magazine e un catalogo aziendale, la rivista, con una tiratura di ventiseimila copie gratuite, è destinata a un pubblico mirato: la stampa di settore e i clienti. Otto i numeri pubblicati nel corso di quattro anni, dal 1988 al 1991, in un momento in cui si assiste alla crescente sperimentazione da parte dei marchi di moda nella progettazione di cataloghi, lookbook e inviti.
Kawakubo sperimenta un oggetto editoriale che, seppur diretto a un interlocutore commerciale, dispieghi gli immaginari del brand e non il prodotto – gli abiti, infatti, appaiono
a intermittenza. Nel farlo, stabilisce una comunicazione diretta con i propri lettori, invitati a lasciarsi condurre in una narrazione irrazionale e densa di enigmi in cui è la rivista stessa, il sesto senso, a fungere da guida.
S. Marcadent da Progetto Grafico n. 35, 2019







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